Napoli sarà anche la capitale della pizza, ma di recente la sezione specializzata del tribunale capoluogo campano è stata chiamata ad esprimersi su un marchio di hamburgers e sul carattere distintivo della parola "Ham" che identifica una catena in franchising di panini. Il ricorrente, titolare del marchio "Ham Holy Burger" e del nome a dominio corrispondente ha contestato l’utilizzo da parte di un concorrente del marchio “Ham” per la vendita di carni attraverso il sito web "ham-burger.it ".
La resistente ha argomentato che il segno era comunque oggetto di una sua domanda di marchio e che comunque il marchio "Ham Holy Burger" era descrittivo e quindi debole e, in ogni caso, che non vi era alcun rischio di confusione tra i segni. Il Tribunale ha stabilito che la parola "Ham" è largamente conosciuta dal grande pubblico italiano - anche da quella parte della popolazione la parte che non ha familiarità con la lingua inglese - in quanto costituisce la prima parte della parola "hamburger", termine comunemente usato nella lingua italiana per indicare una polpetta di manzo pressata. Il termine "ham", in altre parole, per la maggior parte dei consumatori non indicherebbe tanto un taglio di carne di maiale (per chi conosce inglese), ma piuttosto, l’hamburger. Pertanto, al marchio "Ham Holy Burger", non può non essere concessa alcuna protezione.